martedì 20 novembre 2007

EMOZIONI EXTRA SENSORIALI



Interludio.
Ho letto una poesia. C’ho messo ore, giorni interi per leggerla. Mi ha devastato il cuore. Ad un certo punto, mentre rileggevo il terzo verso per la milionesima volta, mi sono convinto d’averla scritta io, quella poesia. Era diventata mia. La mia poesia, la mia piccola opera d’arte. I miei occhi si perdevano fra le sue parole; mi girava la testa. Più fissavo un punto, più sembrava che quel punto volesse sfuggirmi. Allora lo inseguivo, su e giù per la pagina, e altre parole si frapponevano fra me e quel punto; altre idee incrociavano quelle precedenti e finivo per non capire più nulla. Ho ricominciato a leggere daccapo.
Primo verso, si , tutto chiaro. Anche se, a ben vedere, quella parola lì non l’avevo ancora notata. Cosa mi sta succedendo? Rileggo, dannazione!
Di nuovo quel punto, lo ritrovo, come se si fosse appostato dietro una virgola, come se aspettasse proprio me. Non mi fermo stavolta. Continuo a leggere e a meditare questo involucro di coscienze.
Finito! Ma…qualcosa resta incompiuto. Avverto una sensazione di paranoica ossessione che sta prendendo il sopravvento. Riapro lo stesso libro, alla stessa pagina, la stessa poesia. La leggo, la capisco ma qualcosa è cambiato: ora la “vedo”.
Riesco ad andare oltre le parole, oltre le emozioni, oltre lo spazio e il tempo. Capisco solo ora quello che mi accadeva quando pensavo ripetutamente ad una singola parola comune, come “sole”. SOLE SOLE SOLE SOLE SOLE SOLE… la ripetevo fra me e me, e ogni volta il suo significato si frantumava in mille altri non-significati. Infine, la parola SOLE non aveva per me alcun senso, restava solo un cumulo di suoni indefiniti.
Era allora che, vittima della mia mente pressurizzata, decidevo di superare le barriere del corpo. Muovere una mano, fino alla completa disillusione. Fino al totale smembramento mentale dei miei arti. Le mie mani diventavano qualcosa di estraneo, intagliavano surreali paesaggi. Erano diventate “altro da me”.

Arte è ciò che riesco a immaginare senza l’aiuto dei miei sensi.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

La domanda che viene spontanea è
ke ti fumi?


Torquato Tasso

Anonimo ha detto...

ma che modo è per eccitarsi?

Ludovico Ariosto

Anonimo ha detto...

Joss non sei per nulla originale... ihihih!
:-)

Katia

Anonimo ha detto...

ma xkè dovrei essere stato io?

nn ho capito

Anonimo ha detto...

Ciao Katia,
dopo la nostra sottile "polemica" del tuo articolo precedente, mi son imbattuto in quest'altro che hai scritto...
Esordisco dicendo che questo che hai appena scritto mi sembra decisamente migliore del tuo precedente, almeno per quello che possono essere i miei canoni, i miei gusti.
Mi piace molto qst sorta di alienazione da sè, per dirla alla Hegel, con la non riconoscibilità dei propri arti intesi come un qualcosa di estraneo...
La frase finale che hai scritto è molto bella, ariosa, suona bene...mi lascia intuire che il tuo punto di vista sull'arte e sulla creazione dell'arte sia vicina a quella di Barthes, nel suo discorso sulla "Desacralizzazione dell'immagine dell'autore/Dio".
Anche se io non credo che l'arte sia anche un qualcosa che derivi da ciò che rappresentano le nostre istituzioni (mi riferisco ad una parte razionale del nostro essere che scruta il reale)...a me piace credere che la creazione d'arte sia dovuta ad una esaltazione onirica dei nostri sensi, ad una ispirazione "divina" che ci permette di trascendere la quotidiana realtà per elevarci al di sopra di essa...
Credo, in sostanza, che la nostra mente sia sempre influenzata dai nostri sensi e che sia proprio la nostra attività sensoriale, più che la nostra mente ragionatrice e logica, a permetterci la creazione di quel fantastico, magico e terribile orizzonte chiamato arte...
Grazie per lo spazio concessomi...Joss, esigo un commento trionfale su qst mio scritto hihihihihihihi :-)

Vincenzo Abate

Anonimo ha detto...

A parte la sofisticatezza filosofica, sono d'accordo con vincenzo abate...
però quello che ha scritto katia, non so perchè, mi ha fatto venire in mente una "poesia" di Pedro Pietri, precisamente la "cabina telefonica 821": quando chiacchiero a lungo con l'aria, non smetto di vedere cose che in realtà non ci sono, quando guardo fisso negli specchi divento uno spazio vuoto, questa non è malattia mentale, questo è un complimento da parte dello spazio

Anonimo ha detto...

a use to be a little boy....

joss

Anonimo ha detto...

L'arte è una masturbazione caleidoscopica psichedelica delle emozioni sotterrate e archiviate nei meandri della mente


joss

Anonimo ha detto...

Woody is on air on the blog.

Grazie K, io ho avuto poco tempo per aggiornarlo in questo periodo…
Vi siete accorti del primo evento di ARATKI?
E del primo numero della Webzine su ARATKI.it?

Inoltre sto perdendo i capelli e ho avuto un importante meeting con Cesare Ragazzi…

Tant’è che ho appena risposto, dopo giorni, ad una critica comparsa sul post intitolato “Violetta di Campus”, ma nonostante tutto le critiche ci piacciono e ci fanno crescere…

Hey K. ma il tuo post non avrebbe dovuto finire con “E mi illumino d’immenso”?

Io, a differenza di altri, non bisogno di sapere cosa fumi, ma vorrei informarti che i sensi sono importanti per comprendere l’ARTE, anzi fondamentali, e cercherò di spiegarne i motivi con il giusto tatto.
Come fai a vedere un quadro se non lo guardi?
E a sentire il suono se non lo ascolti?
E poi c’è l’arte culinaria; occhio che senza gusto e olfatto potresti mangiare la m…a senza accorgertene…

Anonimo ha detto...

Vorrei ringraziare Joss e Vincenzo per i pregiatissimi commenti che hanno onorato il mio post. :-)

Woody, grazie per averci aggiornato sui tuoi impegni quotidiani. :-)
Tornando all'articolo, mi sembra strano che tu non abbia compreso il senso di ciò che ho scritto, perchè è estremamente immediato e semplice.
E' ovvio che i sensi siano il primo e fondamentale step verso la comprensione "attiva" dell'arte. Ma proprio perchè "attiva", si presuppone che la ricezione non si fermi alla mera sensibilità.
Credi davvero che riusciresti ad afferrare il senso di una tela di Dalì, solo osservandola?
Ne dubito. Rischieresti di sminuire la grandezza dell'artista, e sminuiresti anche la tua indubbia intelligenza.

Katia

Anonimo ha detto...

...Hey K Dalì mi è cugino in terzo, ed anche Amanda...è stato quasi un incesto...