mercoledì 29 agosto 2007

Radicazioni 2007


























Le tante curve che portano al paese della “pite” annunciano a spray rosso il festival delle culture popolari. Per alcuni Artakers è il secondo appuntamento con Radicazioni 2007, di nuovo il borgo e ancora campeggio fra le troppe stelle e la piazza di Alessandria montata a musica per tre giorni di spettacolo.
Lo scorso anno Radicazioni, fra Turi e Daniele Sepe, ha mostrato la forza delle danze di un paese in grado di rivivere in ogni suo angolo una manifestazione culturale autentica. Così, forniti di “stickers Artaki” ma colpiti in testa da un vino non proprio da degustazione, abbiamo danzato (poco) sotto un palco che ha ospitato, fra gli altri, Whisky Trail e Fiamma Fumana mentre burattinai, writers e percussionisti estemporanei hanno rivitalizzato la festa fino alle prime luci del mattino.
Il prossimo anno porteremo con noi lo stand “Artaki”? Spero di sì perché ordinare da bere e vedersi servire una birra italiana in bottiglia da 20 cl non ha prezzo.
“Qui la media è da 33 cl” dice crudo il barista e noi sorridiamo come tutti gli ostinati visitatori che sanno riconoscere il fascino della tradizione nelle piccole cose del mondo.

Foto dal Peperoncino Jazz Festival (Scalea)


sabato 18 agosto 2007

Nemo profeta in patria

Le giornate si accorciano. Il caldo è meno afoso. Tocca godersi quindi gli ultimi strepiti di un’estate insolita e quindi speciale. Il motto è sempre lo stesso: chi fa da se fa per tre. Un gruppo di amici, stanco di sperare in una programmazione musicale alternativa da parte dei club, ha ripristinato una ricetta originale di falò: la festa illegale in spiaggia. Gli ingredienti sono: amici, un impianto audio comprensivo di mixer e giradischi, un generatore di corrente e un fuocherello come optional. Al party clandestino a cui sono stato invitato c’era pure una barista che preparava leccorniosi beverini in salsa alcolica; un malsano gusto ulteriore che sapeva di buono. Gli artefici di questa bella e sonora rimpatriata si fanno chiamare Moina, una crew che fa reggae e che vorremmo vedere connessi ad ARTAKI; altri bravi ragazzi. Io ho ringraziato per l'invito con una selezione da vero dj, intrattenendo i presenti in a artaki stylin; un piccolo contributo ad una festa grande già di suo. Tra gli ospiti c’era anche Dj Lugi; qualcuno lo ricorderà per le sue indelebili strofe sui primi dischi di Neffa. Luigi è un giovanotto afro-cosentino, da un po’ trasferitosi a Bologna, che ha praticamente importato il rap in Calabria. Il suo primo, e unico, disco solista risale al ’98, ma i suoi corregionali lo hanno invitato a suonare nuovamente qui a sud solo 10 anni dopo. A parte i suoi dj-set della primavera scorsa, in questa calda estate si sta proponendo con selezioni roventi, una in un club assieme a MacroMarco, lo scorso 13, un’altra ieri sera a San.Lucido, domani sarà a Paola e il 21 in Sila, poi l’ 8 settembre, assieme a Kiave, presenterà “Tecniche Perfette” a Cosenza, ma avremmo modo di parlarne a suo tempo. Ciò che preme sottolineare è che sto giovanotto ha sempre avuto stile. Un rapper come pochi. Ma per farsi apprezzare ha dovuto fare nuovamente il fagotto ed emigrare. Era stimato già prima, ma la distanza ha favorito la sua notorietà molto più adesso che in passato. “Nemo profeta in patria” me lo ha detto lui, l’altra sera, con un sorriso sulle lebbra. Forse perché, per gente come noi, la patria non esiste. Non a caso ARTAKI abita sul world wide web. Non a caso ci proponiamo una comunicazione aperta, interattiva e senza limiti. Non a caso la nostra idea, ultrademocratica di suo, ha un solo imperativo. Connettiti!

mercoledì 8 agosto 2007

Pianeta ARTAKI chiama Terra

Rispondi Terra. Connettiti. Siamo sotto ai palchi, nelle mostre e per le strade.
Vienici a trovare. Dove? Questa sera, 8 agosto, a Scalea, al nostro stand presso il Peperoncino Jazz Festival. Domani,a Paola, Festa della birra in a Omer style, all’ Old Square Pub, con Bomboclat Sound Machine in dj-set. L’11 a Pizzo, Popucià Band in concerto e ARTAKI on air. Fiutiamo l’arte, altro che tartufi. Il nostro olfatto non fa cilecca quasi mai, ma va incentivato con nuovi sapori. Segnalaci i tuoi eventi, dacci appuntamento, saremo lì a sostenerti e a capire se anche da te si respira odore di ARTAKI.

lunedì 6 agosto 2007

Verdena@FuscaldoSound


We want the world & we want it now

Sole e mare non bastano. Vogliamo il mondo. Gli ARTAKER lo trovano nello sconfinato paese di suoni, colori e immagini, di frasi e periodi che dipingono il nostro pianeta; un territorio tellurico che pulsa al ritmo delle passioni che ci riempiono il cuore.
La bella stagione si presta alla perlustrazione. E il tour continua. Siamo però sparpagliati, ognuno nel suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso dentro ai cazzi suoi (una citazione nazional-popolare che fa tanto stadio-classifica-falò-comitiva fatta di spiriti liberi) . Fa piacere che la gente senta la mancanza dello stand ARTATISTICO al Fuscaldo Sound; ci siamo tornati, sempre sparpagliati, per ascoltare i Verdena. Come al solito ci siamo proposti anche un giro nei camerini, allo scopo di fare 4 chiacchiere; sono ragazzi simpatici e disponibili, soprattutto Alberto. Un trio decadente e dinamico, in piena dicotomia rock, fra noia ed entusiasmo, tra originalità e altro. Nessuno è perfetto. Quindi c’è sempre un margine di miglioramento. Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Versaci da bere.
Il live è andato a tutta birra. L’affluenza alla rassegna, comunque, è inspiegabilmente scarsa, ovvero inversamente proporzionale ad un cartellone dignitoso. ARTAKI nasce anche per capire il perché di queste questioni; lo spazio del blog è infatti assetato di commenti, impressioni e opinioni che latitano, però, qui giù come sotto al palco. Come mai c’è questo disinteresse diffuso? Possibile che siano tutti meridionalmente affaticati come Ficarra e Picone ironizzano a Zelig? La gente è assente, o semplicemente la disegnano così? L’uomo invisibile sembra essere il Calabrese tipo, che per materializzarsi, infatti, si intinge in scarpe e abiti firmati per vestirsi di opulenta consistenza; effimere trovate che non costituiscono espedienti atti a sollevarci il morale. Vogliamo di più. Non si sa se la vita è un sogno, o se siano i sogni ad aiutarci a vivere meglio, quel che è certo sembra essere che una prospettiva tanto vuota è un incubo. Get up, stand up. Le cose non cambiano da sole. ARTAKI è per una dinamica ultrademocratica e partecipativa. Connettiti. Simo in rete. Siamo sotto ai palchi, nelle mostre e per le strade alla ricerca di qualcosa, e quel qualcosa potresti essere tu. Non ci credi? Bene, lo scetticismo è filosoficamente ARTATISTICO, ma ciò non ci vieta di avere un’idea. Sole e mare non bastano. Vogliamo il mondo. Il nostro propellente è la fantasia, ma anche nella realtà tutto è possibile.

sabato 4 agosto 2007

Dubbi & casualità





























Dicotomie. Il bene e il male. Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
Tocca svegliarsi. L’ultimo giorno di lavoro è caratterizzato da 2 fattori: la voglia di non lasciare ARTAKI, intesa come impegno a tempo pieno, e il suono di un troller che sfreccia fuori dal cancello dello stabile in cui è situato la nostra base, il rotolio crea un’armonia tutta estiva capace di suggerirci che ogni stop è solo un altro start. Allarme inserito e porta chiusa. Siamo in ferie, ma il nostro tour continua. Ancora assieme fuori dalla tana. La tappa è di nuovo il banchetto al Fuscaldo Sound. Una rassegna dal cartellone interessante. Un festival che potrebbe avere i numeri ma non li ottiene. Ancora dicotomie. Gli Africa Unite avevano attirato solo 600 persone, per uno spettacolo senza pecche. I Casino Royale suonano ieri sera, fanno un concerto strabiliante. Sono tutt’altro che un fan dell’ultim’ora, anzi, ho avuto la fortuna di assistere al tuor di “Dainamaita”, a quello di “Sempre più vicini”, di “CRX”e di “Royalize”, ma la cosa più attinente è che li ho visti dal vivo anche a settembre 2006, a novembre 2007 e un paio di mesi fa a Roma. La performance Calabra è 10 volte più intensa delle ultime tre a cui ho avuto modo di partecipare, anzi imparagonabile. Finalemnte Royali, ne sentivo la mancanza. Nell’ultimo anno, il loro palco sembrava un cantiere aperto, a Fuscaldo portano in scena quello che hanno riedificato e spaccano. Ad assistere circa 200 persone. Vergogna. Dopo il concerto, l’inizio dell’intervista è caratterizzata da Alioscia e Pardo che vorrebbero portarsi dietro un pubblico gonfiabile per occasioni come queste. Durante la performance, un encomio di incoraggiamento a DBeventi è lanciato dalla band: “Non preoccuparti, il Karma ti premierà stanne certo”, dicono; ARTAKI si associa e da un consiglio agli organizzatori: procuratevi la serie TV intitolata “My name is Earl” ed emulate il protagonista. Mettete questo impegno al primo posto della vostra lista.
Altre dicotomie? Puntiamo i riflettori su un dilemma, anzi due. “Nessuno organizza qualcosa”, frase ricorrente del calabrese medio, “Ma quando c’è un evento interessante spessissimo è un flop a causa delle presenze” , constatazione di un ARTAKER chiamato Woody (all’anagrafe Stefano) . Secondo enigma. Perché se un gruppo suona sul palco ed è, ipoteticamente, di Vigevano la critica non lo massacra come quando si impegna a fare la rettoscopia ad una band locale emergente?
Ai posteri l’ardua sentenza, noi chiniam la fronte, in segno di rispetto, nei confronti di un nostro nuovo amico, Fabio Nirta, capace di argomentare in maniera dotta la propria contrapposizione a competenze autorevoli e, talvolta, saccenti; bella Fibbia, più che un semplice ARTAKER, un opinion leader. Io, personalmente, non ho mai constato ragioni assolute. Chi di voi a mai avuto il 100% di ragione o il 100% di torto? Si tratta sempre di percentuali, di dicotomie, come quella tra indole punk e galateo. Se ieri ha prevalso la prima (vedi il bilanciamento dei medi nella foto) , chiedo scusa a coloro a cui ho mostrato il mio lato peggiore. La dicotomia è un equilibrio tra le diversità. La diversità è una ricchezza incommensurabile. L’omologazione non si coniuga con ARTAKI. L’errore è umano, non bisogna rincorrerlo, ma spesso è causa di genialità. Il nostro tour continua, cercateci, non cercheremo voi. Forse ci incontreremo per sbaglio.

venerdì 3 agosto 2007

Festival Fuscaldo 2007



Finalmente fuori dalla tana

Era ora. Una tregua dal caldo asfissiante da scrivania, incrementato dal pc in ebollizione. L’appuntamento con la spiaggia slitta a domani. Oggi, si lavora ancora, ma con occhiaie ingombranti e con la musica reggae di ieri sera ancora nelle orecchie. Siamo reduci dalla prima trasferta ufficiale degli ARTAKERS: Africa Unite al Fuscaldo Sound. Un live potente. Classici da repertorio, i brani dello scorso album e divagazioni elettroniche dilatate nel bis. La pecca c’è: il finale scontato sulle note di “Sotto pressione”; nessuno è perfetto. Quindi c’è sempre un margine di miglioramento. Il bicchiere mezzo vuoto disseta, come la birra fredda sotto il palco. Ieri eravamo di casa: avevamo uno stand al festival e andremo lì anche oggi. È stata l’occasione ad hoc per conoscere un po’ di persone, oltretutto siamo riusciti a fare amicizia con 60 persone, 60 futuri ARTAKERS. Con noi c’erano anche gli Offenders, il gruppo che ha aperto lo show; li conoscevamo poco e necessita un commento al loro stile: wow! Siamo riusciti a fare due chiacchiere anche con gli Africa Unite, anzi più di due, una bella intervista che magari metteremo in podcast sul sito, più in là però; oggi è tempo di andare in vacanza. Ci porteremo comunque il lavoro a casa, anzi in piazza, sulla battigia, sotto ai palchi e nelle mostre. Staremo in giro per la Calabria, seguendo le tracce degli eventi più gustosi, annusando e respirando le performance più importanti, le note musicali con il sound più gustoso e tutto quello che è arte e ci riempie il cuore. Cercaci. Connettiti. Stay tunes…