martedì 30 ottobre 2007

DIVERSAMENTE SIMILI


Non tutti i volti sono sinceri. Non tutti i volti sono trasparenti. Non tutti i volti ispirano fiducia.
C’è quello coi baffi, che non guardiamo nemmeno perché ci ricorda l’uomo nero. C’è quello col neo al punto sbagliato, che non si incontri di notte, per carità! C’è quello col naso aquilino, e la nonna lo diceva sempre di non fidarci di
quelli col naso aquilino, chissà perché; già, chissà perché, visto che anche la nonna aveva il naso aquilino…
C’è quello con gli occhi azzurri che sembra abbia visto solo mare nella sua vita. E poi si scopre che fa il pescatore da venticinque anni. E ci si sente invischiati in uno strano meccanismo kafkiano.
C’è quello con l’occhio “color nocciola”, poi. Dio, l’occhio nocciola…Ma che significa? Sono castani, povero illuso dalla vita! Castani! C’è poi la boccuccia a cuore che solo a pronunciare la parola “boccuccia”, tutti riusciamo ad averla a cuore per un istante nella vita. Alla faccia di Monica Bellucci.
Si sa: la diversità è fondamentale, anzi va ricercata negli occhi dei nostri simili, meglio se in quelli dei nostri “diversi”. Ma riusciamo davvero ad accettare il “diverso”? O anche un colore, un particolare, un accento, riesce a farci cadere nel pregiudizio?

lunedì 29 ottobre 2007

ARTAKI ti mette le ali...


È quasi ora. Il cantiere ARTAKI procede. Il 15 novembre vi faremo visitare le fondamenta della nostra metropoli virtuale.
Saremo al B-Side con EZRA, il dj dei Casino Royale, ma con noi ci saranno anche lo scrittore Francesco Sapone e la pittrice Patrizia Pikierri, che porterà anche i suoi quadri. Basta aspettare ancora un po’. L’astronave ARTAKI è pronta al decollo.

L’attesa vi annoia? Non temete gli ARTAKERS hanno dei compiti che potete svolgere a casa…
Il primo è quello di dirci chi siete.
Dipingete, scrivete, suonate, fotografate, recitate, ascoltate, ideate, recitate, vegetate, o cosa?
Iscrivetevi alla nostra community, diventate degli ARTAKERS anche voi.
Basta inviare un cd contente la vostra biografia e un paio di foto, ma anche i vostri brani, quadri & cose alla nostra redazione: Credes Comunicazione - via Crati - palazzo Pingitore - 87030 - Rende (CS) –email: artakicalabria@gmail.com; e ricordatevi di fornirci i vostri recapiti…
Volete passare a trovarci? Vi aspettiamo.
ARTAKI è anche tuo.

Ma non è tutto. Il nostro tour procede. Stasera saremo al B-Side di Rende per la seconda puntata di Sotterranei Pop Live; cos’è? Basta leggere il post precedente su questo stesso BLOG.
Oggi suoneranno i Gripweed e noi vi porteremo un presente…


Parlavamo del nostro Tour, siamo in giro dal 2 agosto e lo scorso week-end ARTAKI è andato in fiera. “Rexpò” è stata un’esperienza significativa. E c’eravamo.
Abbiamo incontrato molte realtà dell’orbita no-profit, dal commercio equo e solidale alla formazione professionale, passando per il Museo Di Arte Contemporanea di Acri e il Delfino.
Fra gli espositori, ci siamo imbattuti nell’UEPE, una struttura che si occupa del reinserimento di detenuti ed ex detenuti nel mondo che c’è fuori…
L’UEPE cerca frasi e slogan per lanciare una campagna in tal senso…
La creatività è un lavoro da ARTAKERS. Perché non gli diamo una mano?
Noi abbiamo aderito e se vi va di far sentire anche la vostra voce, potete mandargli uno slogan, o se preferite anche una frase tratta da un film o una canzone (ma in questo caso specificate quale)
Contiamo sulla vostra creatività, ma anche sul vostro buon cuore; se batte in sincrono con l’armonia di ARTAKI è sicuro che l’iniziativa dell’UEPE piace anche voi…
Potete mandare le vostre voci, sotto forma di frasi e slogan a:
uepe.cosenza@giustizia.it e/o adriana.delinna@giustizia.it
o potete inserire il vostro slogan come commento a questo post!

ARTAKI è pronto a decollare. Vi va di volare sulle ali della libertà?

martedì 23 ottobre 2007

Fuori di rad(i)o



Il rischio è quello di sembrare monotoni. L’evento dello scorso lunedì sera è fuori dai canoni usuali, ma conserva alcune peculiarità: il B-Side, Interzone ed Eliseno Sposato, nomi sempre più ridondanti, ma proprio perché capaci di avere un suono che, più che stancare, continua a stupire.
Il club rendese presenta la prima di un’ennesima rassegna: “Sotterranei Pop Live”.
Il titolo è preso in prestito dalla trasmissione di Eliseno Spostao, in onda ormai da 11 anni sulle frequenze di Radio Libera Bisignano, ma tale appropriazione non è un caso: a presentare l’evento è infatti il conduttore, che ne realizzerà una puntata live ogni 15 giorni, registrando un concerto all’interno del locale e intervistando i musicisti durante la serata. La prima ha ospitato i Camera 237, gruppo cosentino che stupisce più del consueto.

Una platea formata rigorosamente da invitati ufficiali ha assistito ad un’anteprima di quello che sarà il nuovo album del gruppo bruzio. Il seguito di “Vectorial Maze”, primo disco della band, ne conserva il sapore, incentrato su brani strumentali, ma si scosta dal post-rock. “Non c’è più un genere col quale possiamo essere definiti”, sostiene Yandro Estrada, motore propulsivo e telentuoso batterista della band, intervistato sul palco. Lo spettacolo parte con “23 secondi” a cui segue “Are you ready”, e già dalle prime due composizioni si può argomentare la smentita a quanto sostenuto dal gruppo. Se pure il moderato utilizzo della tastiera Korg, vecchio gingillo d’annata, ne mimetizzi l’appartenenza, la band suona una deformazione contemporanea del prog, genere di rock colto inaugurato dai Beatles nel ’67, con “Sgt Pepper”.
Ciò non toglie che la competenza e l’attinenza con la scena musicale attuale dei Camera è fuori da ogni dozzinale rappresentazione delle 7 note. Più che bravi sono bravissimi. Portano avanti armonie complesse che si evolvono, mutano e si intrecciano. Costruiscono temi che si alternano ad altri e si implementano di intensità, muri di suono, passione e ritmi batteria sempre curati ed energici. Hanno carisma.

La cosa più sapida della serata è tuttavia un’altra. Ovvero i presupposti: lunedì 5 novembre, dopo diversi inconvenienti tecnici in fase di post-produzione, la registrazione del concerto sarà trasmessa da R.LB. all’interno di “Sotterranei Pop”.
Il 29 di questo mese, poi, le porte del B-Side si apriranno di nuovo agli invitati per la seconda puntata live. Saranno di scena i Gripweed.
Il rischio è quello di sembrare monotoni.
Ma chi può annoiarsi della qualità?

lunedì 22 ottobre 2007

Devastations@B-Side





Tappeti melodiosi si innestano a pungenti distorsioni di chitarre che ti catapultano in un suono ruvido da low-fi ben riuscito; giochi elettronici e incursioni di archi impastano una miscela sonora che si muove in atmosfere notturne e sensazioni cattive.
Questi sono i The Devastations, formazione australiana trapiantata nei sobborghi di New York e nome di punta della Beggard Banquet, che tra i fiumi onirici del B.Side Live Music Club, presentano nella prima co-produzione PartyZan-Interzone, il loro ultimo lavoro “Yes,U”, terzo album in studio per la band di Melbourne, produzione artistica di grande valore musicale intessuta con dovizia e congegnata in modo ineccepibile nel laboratorio di sperimentazioni sonore che fa di Berlino negli ultimi anni una terra di assoluto fermento.

La fascinazione che il terzetto è capace di emanare fin dalle prime battute fa presagire il successo di una performance di indiscusso spessore musicale, in cui l’assoluta padronanza scenica e l’estasi che accompagna l’ascolto di una voce flebile e grave ti accompagnano in una discesa crepuscolare in cui i suoni si dilatano e i riff spigolosi scandiscono il tempo del tuo viaggio sonoro.
I Devastations sviscerano le atmosfere del miglior rock contaminato in circolazione, fanno propria la meticolosità nell’approccio musicale propria di quelle formazioni che hanno abbracciato negli ultimi anni il progetto del trio di Melbourne (Tindersticks, Dirty Three) e ti inebriano di intuizioni sonore felici che fanno dell’esodo dalla banalità musicale una realtà corporea da masticare con appetito. L’ universo musicale del terzetto australiano è autentico, solido ed indipendente; capace di argute riflessioni sulla degenerazione che fa dei legami e dell’approccio all’altro da sé, un catalizzatore di squilibri e perversioni.

L’Australia è sempre lì: accompagna i Devastations come una calligrafia di cui non possono fare a meno, li scaraventa nell’Europa del nuovo secolo e determina l’anima da viandante e l’attitudine a quella forma di metamorfosi “in cui niente cambia anche se è tutto diverso”.
La prestazione coinvolge, seduce con l’eleganza propria di chi reinventa un’estetica musicale inedita per i canoni dello standard rock, in cui il valore tecnico di tre musicisti maturati in tempi non sospetti (la band nasce nel 2002) si infatua di una mimica espressiva risonante e di sapori freschi che avvicinano i Devastions a quell’avanguardia musicale che si nutre del passato per proiettarsi però con successo nel futuro.

venerdì 19 ottobre 2007

PARANOID ANDROID


No non si tratta di un commento alla canzone dei Radiohead, ma semplicemente una riflessione forse "paranoica" fatta negli ultimi giorni.
E cioè: è davvero necessario proporre una discussione sul perché non piove in ascensore con l'inquilino che si incontra casualmente una volta alla settimana?
Non si potrebbe semplicemente far scorrere quei pochi secondi in un più dignitoso silenzio?
E mi chiedo anche, che senso abbia indossare sul volto una maschera sorridente quando invece nelle intenzioni c’è altro (?)...
Ho dimenticato ormai da tempo come clonare la gioia e stamparmela in volto.
E invece ancora una volta sono costretto a camuffare, un mio stato emotivo, a dar conto a quello che appartiene ad altri solo perché “gli altri” sono in paranoia...
Mi rendo conto che nelle righe precedenti conduco un discorso su binari abbastanza paranoici, ma, forse, dietro un semplice sfogo personale si cela la domanda alla quale chiedo una risposta, io non sò darmela; quesito: la comprensione per il prossimo paga?

giovedì 11 ottobre 2007

Che sarà sarà…



Sveglia alle 6:50. Ogni mattina. Treno in partenza sul quinto binario alle 7:50. Come ieri e ieri l’altro. Alle 8:53 al bancone del solito bar per il secondo caffè. Un loop.
Cambia poco da un giorno all’altro. Un passeggero del bus che non è solito prendere la mia stessa corsa. Un sorriso. Il tempo. Oggi sta per piovere…
La scorsa notte ho dormito in un letto che non è il mio. In una città in cui non vivo. Sveglia alle 7:50. Salgo ad una fermata che non è la solita. Alle 8:53 al bancone del solito bar per il secondo caffè e rientro nuovamente nel loop di ogni giorno.
Un circolo in cui abitudine, dovere, monotonia e vita reale si intersecano per formare un percorso.
Dove si va? La strada forse è questa, ma sono viali in corso di ristrutturazione, traiettorie precarie come il tempo che ci hanno dato. Come i sogni da chiudere nel cassetto che magari lasceremo in eredità ai nostri figli.
“Io all’età tua avevo già…”. Mamma dacci un taglio, ci avete regalato questo mondo che voi conoscete solo per strane e approssimative analogie, e che noi invece stiamo cominciando a capire. Anche se si spera che non sia proprio così…
La realtà è che, uscendo dal parcheggio dell’università, l’auto resta in panne e cammina a intermittenza, tra soste a progetto e collette per riempire il serbatoio…
18.000 euro chiavi in mano? Mi avete preso per un deficiente? Se avessi speso quella cifra chiaverei in macchina, perché una casa non ce l’ho…e probabilmente non sarà molto facile comprarla….

Ore 13:30. Sempre lo stesso bus. La nuove generazioni mi fanno un’assordante compagnia. Escono da scuola anche loro, ma per essere promossi gli basta ancora studiare…
Vestono alla moda e indossano scarpe di cattivo gusto che costano l’equivalente di tre mensilità che il mio capoprogetto versa al suo locatore per una singola.
I ragazzini parlano, anzi gridano, delle loro sprezzanti bricconate nei confronti dei fortunati docenti di ruolo che gli fanno da balia…
I ragazzini hanno ancora quell’inesperienza che giustifica la loro incoscienza…
Noi invece siamo i temerari dell’utopia, ma forse ancora per poco.
L’altro giorno una signorina sulla ventina mi guardava da dietro le sue lenti da sole fumé.
Si avvicinava sempre di più ad ogni fermata. Poi, una brusca frenata l’ha costretta ad urtare al mio laptop, le ho chiesto scusa e lei mi ha detto “Mi scusi Lei”…
I rari peli grigi della mia barba si sono moltiplicati istantaneamente…
Speriamo che il proprietario della ditta per cui lavoro non se ne accorga, potrei essere già fuori mercato, potrei già essere troppo vecchio per ricevere il primo stipendio…
Un 30 all’università è quasi una lode.
Un 30 all’anagrafe è l’inizio di una serie di bocciature?
Lo saprò domani.

Sveglia alle 6:50. Ogni mattina. Treno in partenza sul quinto binario alle 7:50. Come ieri e ieri l’altro. Alle 8:53 al bancone del solito bar per il secondo caffè. Un loop.
Cambia poco da un giorno all’altro. Un passeggero del bus che non è solito prendere la mia stessa corsa. Un sorriso. Il tempo. Splenderà il sole?

venerdì 5 ottobre 2007

La grande Bohème

Ripubblico, su richiesta di una carissima amica, un articolo scritto qualche tempo fa. Lo dedico agli amici che hanno lasciato la Calabria, e che spesso -fra mille difficoltà- si occupano di arte, sperando di ritrovarli su Artaki...



"Guarda un po’ questo scemo di trent’anni che divide ancora un appartamento con altri idioti! Ha le lenzuola a letto da 6 settimane -le stesse- , lavatrice rotta, stoviglie arrampicate in una piramide di sporcizia a sfiorare il solaio. In casa sono sempre in 7/8 a prendere caffè, birra e girare messicani. Non parlano di nulla, sorridono e qualcuno si incappuccia e inizia a giocare con una palla di gomma.
Nella sua stanza c’è un letto pensile con 4 doghe tenute insieme da nastro da imballaggio che crea un effetto amaca e un bidone di cicche spente, un puzzo insopportabile.

A sinistra c’è un ripiano-scrivania, più in là una sedia e una scala di metallo, aperta, alla quale sono attaccate poche grucce a simulare un armadio. Eppure c’è un laptop a terra, surriscaldato e inservibile, due calze di spugna dalla pianta scura nell’angolo a destra. Nessuna finestra, il pc servirebbe per ultimare la tesi ma gli amici di 35 anni, laureati da 10, lavoricchiano e, in pratica, vivono ancora come lui.
Il frigo è un deserto spezzato da roba inutilizzabile: un quarto di limone vizzo, due croste di grana, una latta di pomodori scoperchiata. In casa solo il caffè e la birra, ma la moka è sempre sporca, fa i funghi e ha la guarnizione bruciata mentre la birra è calda perché nessuno la mette in frigo. Nel terzo millennio le stanze dall’affitto esorbitante, non dichiarato e sporco, costituiscono gli appartamenti della povertà che, se per qualche anno possono essere affascinanti, nel tempo assumono la faccia della decadenza più abietta.

Quel buco è la gabbia di una nuova generazione, dell’impotenza (perfino nella gioventù!) e delle fuga. Non si sa cosa sia la Bohème ma vi si è costretti non per scelta ma per imbarazzo. Un imbarazzo che non permette neppure di affacciarsi in piazza o di chiedersi cosa sia la gestione separata dei fondi previdenziali."

martedì 2 ottobre 2007

BicchIERI...



Riponiamo la nostra fede nello spirito eterno che distrugge e annichilisce per la sola ragione d’essere fonte imperscrutabile di perenne creatività. La brama di distruzione è anche passione creativa!
(Michail Bakunin , “La reazione in Germania” -1842)

Partiamo così. Ci ricolleghiamo a concetti storici per contribuire a quello che sarà poi. Ma lo facciamo anche per mettere le mani avanti e pararci un po’…la potenziale caduta, diciamo così.
Ci occupiamo di ARTE noi ARTAKER. Ci interessano quelle creatività che prendono forma, suono, o altro per toccarci il cuore.
I tempi cambiano. Le forma espressive mutano.
Noi di ARTAKI siamo già prontissimi per il futuro. Connettiti.
Ma per comprendere quel che sarà tocca sapere ciò che è già stato e, soprattutto, farsi largo tra le apparenze e le bugie per avere l’esatta cognizione del presente. Dove siamo?
Stazioniamo su un quesito da tempo: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
In genere non è mai stato colmo, ma ci ha dissetato, tant’è che ne abbiamo ribadito l’appagamento nei post precedenti pubblicati su questo stesso blog.
Chi ci legge abitualmente, chi è stato con noi durante questo tour iniziato il 2 agosto scorso, sa che ci siamo mossi sotto ai palchi, tra le mostre, nei cinema, tra festival e rassegne, fiutando l’arte, alla ricerca di ciò che riesce ancora a far battere il nostro cuore ad un ritmo che è musica.
Armonie che ricerchiamo in te che leggi e a cui non rinunceremo mai.
Ma tocca distruggere le certezze perché il dubbio genera creatività e migliorie, e così facciamo.
Siamo stati in assetto da stand durante il Settembre Rendese, ci hai visto? L’esperienza è stata significativa, il bicchiere è stato quindi mezzo pieno, ma…Allora, il 18 settembre, un martedì particolare, due eventi hanno surriscaldato Cosenza, Rende e le zone limitrofe. Mentre a piazza Matteotti, a Commenda, Neffa ha raccolto intorno a se tra i 3.000 e i 4.000 spettatori, la Banda Bardò, al nuovo Auditorium Mia Martini di Castiglione Cosentino, non è stata da meno. Dati che sommati danno cifre entusiaste e entusiasmanti, soprattutto se confrontate con quelle ottenute durante i festival estivi. Ma il bicchiere rischia di essere mezzo vuoto.
La parola GRATIS vi dice qualcosa?
Se da nord ci chiamano parassiti, spesso l’usufruire di fondi stanziati per far crescere il sud sa di erogazioni che sciacquano le coscienze, e non solo.
Gli stessi eventi avrebbero ottenuto ugualmente riscontri tanto partecipativi da parte del pubblico se fosse stato previsto un costo per assistere ai concerti?
Lucio disse: lo scopriremo solo vivendo…
Intanto si preannuncia una nuova stagione ricca di eventi, e basta guardare le novità di INTERZONE, Eliseno Sposato, Mr.Nirta e Il B-Side per accorgersi che l’assetto statico si sta evolvendo in un moto creativo perpetuo.
Il bicchiere sarà mezzo pieno o mezzo vuoto?
Noi abbiamo sete. Chi ci verserà il succo del discorso?