

Dicotomie. Il bene e il male. Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
Tocca svegliarsi. L’ultimo giorno di lavoro è caratterizzato da 2 fattori: la voglia di non lasciare ARTAKI, intesa come impegno a tempo pieno, e il suono di un troller che sfreccia fuori dal cancello dello stabile in cui è situato la nostra base, il rotolio crea un’armonia tutta estiva capace di suggerirci che ogni stop è solo un altro start. Allarme inserito e porta chiusa. Siamo in ferie, ma il nostro tour continua. Ancora assieme fuori dalla tana. La tappa è di nuovo il banchetto al Fuscaldo Sound. Una rassegna dal cartellone interessante. Un festival che potrebbe avere i numeri ma non li ottiene. Ancora dicotomie. Gli Africa Unite avevano attirato solo 600 persone, per uno spettacolo senza pecche. I Casino Royale suonano ieri sera, fanno un concerto strabiliante. Sono tutt’altro che un fan dell’ultim’ora, anzi, ho avuto la fortuna di assistere al tuor di “Dainamaita”, a quello di “Sempre più vicini”, di “CRX”e di “Royalize”, ma la cosa più attinente è che li ho visti dal vivo anche a settembre 2006, a novembre 2007 e un paio di mesi fa a Roma. La performance Calabra è 10 volte più intensa delle ultime tre a cui ho avuto modo di partecipare, anzi imparagonabile. Finalemnte Royali, ne sentivo la mancanza. Nell’ultimo anno, il loro palco sembrava un cantiere aperto, a Fuscaldo portano in scena quello che hanno riedificato e spaccano. Ad assistere circa 200 persone. Vergogna. Dopo il concerto, l’inizio dell’intervista è caratterizzata da Alioscia e Pardo che vorrebbero portarsi dietro un pubblico gonfiabile per occasioni come queste. Durante la performance, un encomio di incoraggiamento a DBeventi è lanciato dalla band: “Non preoccuparti, il Karma ti premierà stanne certo”, dicono; ARTAKI si associa e da un consiglio agli organizzatori: procuratevi la serie TV intitolata “My name is Earl” ed emulate il protagonista. Mettete questo impegno al primo posto della vostra lista.
Altre dicotomie? Puntiamo i riflettori su un dilemma, anzi due. “Nessuno organizza qualcosa”, frase ricorrente del calabrese medio, “Ma quando c’è un evento interessante spessissimo è un flop a causa delle presenze” , constatazione di un ARTAKER chiamato Woody (all’anagrafe Stefano) . Secondo enigma. Perché se un gruppo suona sul palco ed è, ipoteticamente, di Vigevano la critica non lo massacra come quando si impegna a fare la rettoscopia ad una band locale emergente?
Ai posteri l’ardua sentenza, noi chiniam la fronte, in segno di rispetto, nei confronti di un nostro nuovo amico, Fabio Nirta, capace di argomentare in maniera dotta la propria contrapposizione a competenze autorevoli e, talvolta, saccenti; bella Fibbia, più che un semplice ARTAKER, un opinion leader. Io, personalmente, non ho mai constato ragioni assolute. Chi di voi a mai avuto il 100% di ragione o il 100% di torto? Si tratta sempre di percentuali, di dicotomie, come quella tra indole punk e galateo. Se ieri ha prevalso la prima (vedi il bilanciamento dei medi nella foto) , chiedo scusa a coloro a cui ho mostrato il mio lato peggiore. La dicotomia è un equilibrio tra le diversità. La diversità è una ricchezza incommensurabile. L’omologazione non si coniuga con ARTAKI. L’errore è umano, non bisogna rincorrerlo, ma spesso è causa di genialità. Il nostro tour continua, cercateci, non cercheremo voi. Forse ci incontreremo per sbaglio.